Com’è nata l’idea di comprare un food truck?
A: “Volevo riaccendere la fiamma nel settore della ristorazione, dopo aver lavorato 15 anni per una multinazionale. Peraltro, non si era mai spenta, ma ho deciso di proporla in chiave più moderna, dinamica e soprattutto itinerante. Bobson infatti è un food truck, per la precisione un Ducato, color grigio tortora opaco, attrezzato con quattro fuochi, una cella frigo da 700 litri e tutte le attrezzature necessarie per una vera e propria cucina.”
Come mai la scelta del nome “Bobson”?
A: “Bobson è l’unione di Bobo, il soprannome con cui ero conosciuto nel vecchio locale, e Sonia, mia moglie. Nonché mia spalla in questa bellissima avventura, insieme a mia figlia Francesca, ha 21 anni, studia Graphic Design ed oltre ad occuparsi di tutti i contenuti di Bobson Street food, è la nostra guida durante gli eventi: è lei che prende le comande e detta i tempi sul mezzo”.
Il piatto con cui avete esordito nel mondo del cibo di strada? S: “Il nostro cavallo di battaglia sono i gnocchi di bosco. È una ricetta inventata da Alberto, nata per gioco, e proposta con grande successo durante una cena tra amici e continuamente perfezionata fino a raggiungere la formula attuale. È realizzata con gnocchi di patate artigianali, saltati una riduzione di mirtilli, e serviti con fonduta di gorgonzola e frutti di bosco freschi.”
Quali sono gli aspetti più soddisfacenti e interessanti del vostro lavoro? A: “Lavorare a stretto contatto con il pubblico, la gente può vedere le tue preparazioni. All’inizio sembra di avere 20 persone in cucina che ti guardano ma poi diventa la soddisfazione più grande.”
Che rapporto avete con i vostri clienti?
S: “Loro sono la benzina della nostra attività. Le regole di Bobson sono: grande rispetto, disponibilità e sorridere sempre.. anche quando sei stanco da morire, del resto se l’evento dura fino a mezzanotte della domenica, tutti hanno il diritto di essere serviti allo stesso modo!”
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